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Tommaso Mascherucci, Presidente dell’Associazione “Chi sarà di Scena”, e la Professoressa Anna Rita Pinelli dell’Istituto Comprensivo Frascati 1, svelano in un’intervista esclusiva i dettagli della rappresentazione dell’atto unico di Tino Buazzelli “Lo Gnocco” che si terrà il 20 marzo prossimo. Le due realtà condividono il successo ottenuto grazie al finanziamento del Cepell per la promozione della lettura ad alta voce sul territorio. L’evento è infatti il risultato di un progetto ambizioso coordinato dall’Associazione “La Forza della Poesia” e l’Istituto Comprensivo Frascati 1, che ha coinvolto gli studenti in varie attività culturali e educative, trasformando ogni angolo della città in un luogo dedicato alla promozione della lettura.
Buongiorno a entrambi, grazie per aver accettato questa intervista. Cominciamo parlando dell’importanza della figura di Tino Buazzelli per Frascati.
Tommaso Mascherucci: La figura di Tino Buazzelli riveste un’importanza fondamentale per Frascati a livello artistico, dato il suo rilievo mondiale nel campo teatrale. Nonostante alcune complicazioni relative alla sua registrazione anagrafica, è indubbiamente un concittadino di Frascati, dove ha trascorso gran parte della sua vita sin dall’infanzia, risiedendo in via Giolitti con tutta la sua famiglia.
Il contributo che Buazzelli ha apportato alla nostra Città è enorme, talmente grande che è possibile che il suo valore completo non sia stato pienamente riconosciuto proprio a Frascati. Tuttavia, dal punto di vista artistico, il suo impatto è stato indiscutibile e ha arricchito la nostra Comunità.
Durante il mio percorso scolastico in questa scuola, a cavallo tra gli anni ’70 e ‘80, non si sapeva nulla di Tino Buazzelli, e i due plessi scolastici cittadini erano intitolati a Marco Tullio Cicerone e a Nazario Sauro. Solo agli inizi degli anni 2000 la scuola è stata poi intitolata a Buazzelli. Qual è stato lo stimolo o l’impulso che ha portato alla genesi di questa scelta?
Anna Rita Pinelli: Credo che la decisione arrivi dal Consiglio di istituto della scuola, più che dall’Amministrazione comunale. La nuova intitolazione è avvenuta nel 2002, io ero appena arrivata in questo istituto, e ho ricordi molto vaghi. Però posso dire che in tutti gli anni in cui questa scuola si è chiamata, e si chiama tuttora, “Tino Buazzelli”, ci sia stata stata la volontà di conservare questo nome, importate per la cittadina, ma anche di rilevanza nazionale se non addirittura internazionale.
Posso immaginare anche un’altra spiegazione: questa è una scuola a indirizzo musicale, ha una vocazione artistica di natura, quindi andando alla ricerca di un nome nell’ambito artistico che però fosse comunque legato al patrimonio culturale cittadino, probabilmente la scelta è ricaduta proprio su Buazzelli.
Vorremmo capire meglio quanto l’ispirazione che Tino Buazzelli potrebbe rappresentare per coloro che desiderano intraprendere una carriera nel teatro, oltre a discutere l’importanza della didattica teatrale per i giovani: quali sono i motivi che giustificano l’inserimento dei ragazzi sul palco durante le recite scolastiche? Vogliamo fornire ai genitori una motivazione valida per apprezzare pienamente queste rappresentazioni?
Tommaso Mascherucci: Recentemente ho letto alcune recensioni su vecchi giornali che menzionavano alcuni personaggi della vita frascatana, tra cui alcuni che ho personalmente conosciuto. Molti di loro hanno seguito un percorso simile a quello di Tino Buazzelli nell’ambito teatrale frascatano. Questi personaggi hanno condiviso con Buazzelli l’esperienza dei palcoscenici di Capocroce, unico luogo di svago disponibile all’epoca. Nonostante Buazzelli potrebbe non essere noto alle nuove generazioni, rappresenta ancora un punto di riferimento per coloro che desiderano intraprendere una carriera nel teatro. La sua prematura scomparsa ha impedito una conoscenza più approfondita da parte delle generazioni successive, ma il suo esempio può comunque essere di ispirazione per i giovani che vogliono seguire le sue orme.
Anna Rita Pinelli: Ritengo importante far conoscere agli studenti attori di generazioni passate come Buazzelli, poiché il loro successo è stato ottenuto attraverso la passione, lo studio e la costanza nel tempo. Questo tipo di successo, basato su un impegno prolungato e non immediato come quello dei social media, è un esempio di valore da trasmettere. La didattica del teatro a scuola è fondamentale perché permette la formazione di gruppi eterogenei e favorisce lo sviluppo di amicizie tra studenti provenienti da classi diverse. Inoltre, il teatro può rivelare passioni e talenti nascosti nei ragazzi, aiutandoli a superare la timidezza e a acquisire maggiore sicurezza in sé stessi. Questo processo di crescita personale si riflette positivamente anche nella didattica quotidiana.
Come si può affrontare la discrepanza tra la velocità della comunicazione sui social network, dove i ragazzi tendono ad avere un livello di attenzione molto breve, e la “lentezza” e la “fatica” richieste per mettere in scena un lavoro teatrale? Come possiamo insegnare loro che anche gli influencer dedicano tempo e studio alla creazione dei propri contenuti, nonostante vengano fruiti molto velocemente?
Tommaso Mascherucci: Personalmente, non credo che i social possano sostituire completamente l’esperienza del teatro. Parliamo di un’arte che si basa sul rapporto diretto e sull’empatia tra attori e pubblico, un aspetto che i social network non possono replicare. Inoltre, noto una tendenza nel teatro contemporaneo a privilegiare spettacoli più intimi e minimalisti, spesso basati su monologhi o letture, piuttosto che su produzioni più elaborate con un grande cast. Questo cambiamento potrebbe essere attribuito anche alla ricerca di un successo più immediato e redditizio, a discapito della tradizione teatrale più classica. Tuttavia, le compagnie amatoriali continuano a rappresentare commedie e opere teatrali con passione e dedizione, senza concentrarsi esclusivamente sul profitto. Questa diversità di approcci nel mondo teatrale riflette anche la mutevolezza delle preferenze del pubblico e le sfide nell’adattarsi ai cambiamenti culturali e tecnologici.
Il teatro continua ad essere una forma d’arte seguita a Frascati? Quanto incide l’associazione “Chi sarà di scena” nell’ambito culturale della città? Ci sono giovani talenti emergenti nel panorama teatrale locale? Qualcuno sembra destinato a una carriera sul palcoscenico?
Anna Rita Pinelli: Assolutamente sì, il teatro rimane una realtà viva a Frascati e le attività dell’associazione “Chi sarà di scena” contribuiscono significativamente alla scena culturale cittadina. Come docenti, seguiamo con attenzione le attività dell’associazione perché ci offrono preziose opportunità di scoperta. Oltre al valore didattico, osserviamo anche le potenzialità e gli sviluppi personali dei ragazzi coinvolti nell’attività teatrale. Nel corso degli anni, abbiamo visto emergere diversi talenti che hanno poi continuato ad approfondire la loro passione nel teatro amatoriale.
Tommaso Mascherucci: Il teatro funge da palestra per molti giovani, proprio come è stato per gli attori dell’epoca di Buazzelli. Quest’ultimo ha mosso i suoi primi passi sul palcoscenico di Capocroce, ha frequentato l’Accademia D’Amico e ha successivamente raggiunto il successo, seguendo un percorso che molti dei suoi colleghi dell’epoca, come Manfredi e Albertazzi, hanno condiviso. Oggi possiamo individuare nuovi talenti nel panorama teatrale locale, tuttavia la realtà odierna presenta sfide diverse. Con il ritmo frenetico della vita moderna, esiste il rischio che i giovani talenti possano essere distolti da altre opportunità una volta terminato un ciclo nel teatro locale.
Parliamo dell’evento del 20 marzo. Come è nata questa iniziativa e come si svolgerà? A chi è rivolta?
Anna Rita Pinelli: L’anno scorso, diverse associazioni hanno partecipato a un bando finanziato dal Cepell, con la “Forza della Poesia” come capofila. L’obiettivo del bando era promuovere la lettura ad alta voce sul territorio. Abbiamo vinto il bando e ottenuto i finanziamenti. Sebbene la scuola non abbia partecipato direttamente al bando, siamo il principale beneficiario di tutte le attività offerte dalle associazioni alla comunità e al territorio. Questa iniziativa dell’associazione “Chi sarà di scena” il 20 marzo rappresenta la conclusione di un anno di lavoro. La giornata inizia con letture ad alta voce in vari luoghi di Frascati che richiamano la figura di Tino Buazzelli, coinvolgendo anche gli studenti dell’Istituto insieme agli attori dell’associazione. Il tutto si conclude a Capocroce con lo spettacolo teatrale “Lo Gnocco” scritto da Buazzelli, che verrà replicato nel pomeriggio e aperto a tutta la cittadinanza.
Tommaso Mascherucci:
Lo spettacolo del 20 marzo, promosso dall’associazione “Chi sarà di Scena”, segna la conclusione del progetto Frascati ad Alta Voce, un’iniziativa volta a promuovere la lettura. Grazie al sostegno del Sistema Castelli Romani, il programma ha coinvolto i cittadini di Frascati in un percorso intergenerazionale incentrato sulla cultura e sulla valorizzazione della lettura. L’idea di questo evento è emersa in risposta al contesto del bando, che richiedeva di celebrare i personaggi storici del territorio, coincidendo con il centenario della nascita di Tino Buazzelli. Abbiamo scelto di esplorare il suo atto unico “Lo Gnocco” attraverso una lettura ad alta voce, un’esperienza diversa dall’attività teatrale tradizionale. In questa forma, l’accento è posto sull’espressione e sull’emozione dei ragazzi, richiamando lo stile degli sceneggiati radiofonici del passato. Nonostante le sfide maggiori rispetto a una rappresentazione teatrale tradizionale, i ragazzi stanno ottenendo risultati eccellenti, dimostrando un grande impegno e coinvolgimento emotivo.
Il delegato all’innovazione culturale per il Comune di Frascati Giulio Bargelli, che si è messo a disposizione per permetterci di realizzare l’intervista, conclude così:
Giulio Bargelli: Lo spettacolo, organizzato dall’associazione Chi sarà di Scena, rappresenta l’atto conclusivo del progetto Frascati ad Alta voce: un programma di iniziative dedicate alla promozione della lettura, sviluppato dalle associazioni facenti parte del Patto Locale per La Lettura del Comune di Frascati, e valutato come seconda migliore proposta in Italia pervenuta nell’ambito del Bando “Ad Alta Voce” del Cepell.
Un programma ampio e variegato, portato avanti grazie al supporto fondamentale del Sistema Castelli Romani, nelle persone di Giacomo Tortorici, Stefania Guadagnoli, Valerio Marino e Marta di Flumeri, che ha permesso di coinvolgere i cittadini di Frascati, come fruitori e attori, in un percorso intergenerazionale, incentrato sulla cultura, volto a trasformare ogni angolo della città, in un luogo dedicato alla promozione della lettura, riattivando nuovi spazi e stimolando nuove sinergie.
Un progetto ambizioso, coordinato dall’associazione capofila La Forza della Poesia, nella persona di Clara Gratton, che ha portato gli studenti dell’istituto comprensivo Frascati 1, coordinati dalla professoressa Anna Rita Pinelli, a diventare voci di una guida turistica sui monumenti della città, ma anche attori e lettori di storie, racconti e personaggi importanti per la storia locale.
Ma anche incontri, laboratori e letture in piazza, con approfondimenti tematici, con focus specifici dedicati alla Lis e la lettura “ad Altra Voce”, portati avanti attraverso la lettura ad alta voce, nelle sue diverse forme ed accezioni.
Voglio quindi ringraziare La forza della Poesia e l’istituto comprensivo Frascati 1, nelle persone di Clara Gratton e Anna Rita Pinelli, e tutte le associazioni impegnatesi in questo lungo anno insieme, grazie alle quali è stato possibile dimostrare quelli che sono i benefici derivanti dalla conduzione di un’azione sistemica e con l’augurio che tutto questo possa presto replicarsi..
Nella foto, da sinistra: Tommaso Mascherucci, Anna Rita Pinelli, Alberto Sardini, Paola Annibali.
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Damiano Morelli
Damiano Morelli è un linguista (in teoria), ma nella vita fa tutt'altro e si pregia di essere un buonista, un radical chic, un nerd. Ma di quelli vintage, originali degli anni '80.