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Da domani, 11 febbraio, non dovremo più indossare le mascherine all’aperto: così ha stabilito il nostro governo. Vero è che veniamo da due anni di sacrifici, vero è che comunque dovremo portare i dispositivi sempre con noi e indossarli in caso di assembramenti, strade affollate, piazze gremite. Insomma, ci richiamano a quel buon senso che è venuto a mancare e la cui assenza ci ha costretto, di nuovo, agli ultimi due mesi di respirazione difficile.
Primo problema: gli occhiali. Sempre appannati, di quella guazza che fatica ad andare via anche se li togliamo. Quanti di noi hanno preferito camminare alla cieca o quasi, piuttosto che sembrare uno di quei personaggi degli anime che quando vede una bella ragazza ha istantaneamente questo problema? (Sì, sto pensando proprio a lui, al dottor Tofu e alla sua cotta per Kasumi Tendo).
Secondo problema: l’alito. Finalmente potremo smetterla di sentire la nostra fiatella, figlia di un’igiene orale più trascurata del solito, tanto porto la mascherina, che ci spinge a scostare la mascherina stessa per poter rifiatare, rendendo del tutto inefficace il dispositivo ed esponendoci al virus. Davvero, laviamoci i denti almeno due volte al giorno, e un buon collutorio può aiutare.
Terzo problema: la parte inferiore del viso. Per gli uomini significa barba incolta, tanto porto la mascherina e chi la vede. Per le donne significa niente rossetto o matita sulle labbra, perché poi succede un disastro e quindi non lo metto. Ecco, dovremo riabituarci a curare tutto il nostro viso, non solo la parte superiore.
Ché poi, il fatto di mostrare solo gli occhi mica è così male. La gente smette di guardarti i peli sul naso, o il naso stesso se grosso, gibboso, aquilino, con un grosso neo stile strega. E smette di guardarti la bocca, se (in virtù del punto due) hai il tartaro ai denti o peggio qualcosa che è rimasto là in mezzo in bella mostra. Solo gli occhi. Che si dice siano lo specchio dell’anima, e sappiamo quanto abbiamo tutti bisogno di essere più empatici.
ci guardano i peli sul naso, le labbra screpolate, i brutti nei, la verdura tra i denti...
Allora, siamo sicuri che sia un bene togliere le mascherine? Dopo tutto quello che ci hanno spiegato? Davvero i benefici sono di più dei disagi? E quelle mascherine damascate, leopardate, arcobaleno, coi loghi, abbinate con la sciarpa o la borsetta? Che ne facciamo? Pagheremo di più la tassa sui rifiuti? Come verranno smaltite tutte quelle che abbiamo ancora in casa e non utilizzeremo mai, fino alla prossima pandemia?
Suggerimento di Lifestyle Castelli Romani: tenetele da parte, utilizzatele quando siete raffreddati o influenzati e dovete prendere la metropolitana, l’autobus o quando andate a scuola o in ufficio. Di certo è una buona pratica, che nei paesi asiatici, soprattutto in Giappone, è in uso da tanto tempo. Sì, lo abbiamo visto negli anime e nei telefilm nipponici. Usiamo la mascherina per quello che è, ovvero un dispositivo di tutela della salute altrui, perché fa tanto senso di comunità e solidarietà. E perché, in fondo, con la mascherina siamo più fighi.
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Damiano Morelli
Damiano Morelli è un linguista (in teoria), ma nella vita fa tutt'altro e si pregia di essere un buonista, un radical chic, un nerd. Ma di quelli vintage, originali degli anni '80.